Alcune associazioni di pazienti hanno chiesto al Governo italiano di estendere la possibilità di lavoro agile (da remoto) alle pazienti affette da endometriosi. Lo hanno annunciato questa mattina tramite le proprie pagine Social le associazioni italiane Aendo Associazione Italiana Dolore Pelvico, Endometriosi ODV, ALICE odv – Endomarch Team Italy, Endo-Care Insieme per prenderci cura della salute delle donne e Arianne Onlus, con il sostegno della Società Italiana di Riproduzione Umana- Siru.
Per mezzo di un documento a firma congiunta, promosso dall’Associazione AENDO, le associazioni hanno chiesto al Governo l’inserimento delle pazienti affette da endometriosi nell’elenco dei lavoratori fragili, al fine dell’ottenimento della modalità di lavoro agile per lavoratrici pubbliche e private.
Anche io ho partecipato personalmente alla stesura e alla firma di questo documento, in qualità di attivista.
Le pazienti segnalano come dall’inizio della pandemia non sia peggiorata solo la propria capacità di cura, ma anche come la situazione abbia esacerbato problemi pre-esistenti, come quelli che riguardano la salvaguardia del posto di lavoro (Ne ho parlato meglio QUI).
Nelle ultime settimane il Governo sta elaborando alcune soluzioni per i soggetti considerati fragili. Si tratta di persone affette da patologie inserite in appositi elenchi che regolamentano determinate forme di tutela, tra cui quella lavorativa. L’endometriosi oggi non rientra però in questi elenchi e le pazienti non hanno quindi la possibilità di usufruire di alcuna tutela lavorativa.
Le associazioni e i professionisti firmatari chiedono che il Governo garantisca, con i nuovi provvedimenti all’esame, il diritto al lavoro per le donne affette da endometriosi inserendo la malattia tra le patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità. Favorendo la prestazione lavorativa in modalità agile, al fine di tutelare non solo il posto di lavoro delle pazienti ma anche la capacità di spesa per la cura della propria patologia. Oggi siamo con certezza infatti, che la scarsa aderenza alle terapie si traduce in problemi che riguardano la mancata salute e lo spreco di risorse, quindi in recidive, ricoveri impropri e giornate di lavoro perse.
Il Governo dovrebbe rispondere entro la fine del mese Di Gennaio 2022.

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