I contraccettivi gratuiti di cui parla AIFA comprendono anche le terapie ormonali per l’endometriosi?
Negli ultimi giorni si è molto discusso della possibilità da parte di AIFA, l’Agenzia italiana del farmaco, di rendere gratuita la contraccezione ormonale per le donne fino ai 25 anni. Oggi in Italia la contraccezione non è coperta dal sistema sanitario nazionale, nonostante la garanzia di una contraccezione gratuita e accessibile sia prevista dalla legge. Questa notizia ha fatto molto discutere la comunità di pazienti con endometriosi che hanno accarezzato l’idea che anche i medicinali per il trattamento della malattia potessero essere finalmente inclusi in questa categoria di farmaci gratuiti. La questione però, per quanto riguarda i farmaci per il trattamento dell’endometriosi è più complessa.
In passato l’obiettivo della terapia, medica o chirurgica, dell’endometriosi era quello di eradicare la malattia, oggi, anche in base alle ultime linee guida ESHRE, sappiamo che la terapia agisce sull’ambiente ormonale nel tentativo di renderlo ostile alla manifestazione della malattia e mira a ridurre il sintomo doloroso.
Nel 2017 l’AIFA aveva riclassificato gli ultimi anticoncezionali ormonali che ancora erano a carico del SSN dalla fascia A (rimborsabili) alla fascia C (a carico delle persone). La classe “A” comprende i farmaci essenziali e per le malattie croniche il cui costo è a carico dello Stato. I medicinali che rientrano in questa fascia sono gratuiti anche se, a seconda delle normative regionali, può essere previsto un ticket di compartecipazione alla spesa a carico del cittadino (che di solito consiste in pochi euro).
Nell’endometriosi sono rari i casi di medicinali classificati in fascia A, tra questi ce ne sono alcuni appartenenti al gruppo dei progestinici, un gruppo di prodotti simili all’ormone femminile “progesterone“, utilizzati per il trattamento di alcune condizioni e patologie, tra cui alcuni casi di endometriosi. La terapia per l’endometriosi però purtroppo non è una sola, ma personalizzata sulla base delle condizione e delle esigenze della paziente così. Fatta eccezione per questa specifica classe di farmaci classificati in fascia A, è raro, se non impossibile, individuarne altri all’interno di questa classificazione gratuita.
Da alcuni anni, tra gli esperti è in corso un dibattito su quale sia il profilo ormonale più opportuno per garantire i migliori risultati nelle donne affette da endometriosi. Ma rimane il fatto che diverse variabili contribuiscono a determinare la scelta terapeutica ottimale per ogni paziente. Alcune donne rispondono bene all’uso di pillole contraccettive a basso dosaggio, altre al progestinico dove non tutti i prodotti sono uguali (scrive il Prof. Vercellini in un’intervista ad APE di qualche anno fa).
I trattamenti farmacologici non guariscono l’endometriosi e sono pensati, quindi, non per curare la malattia ma per “controllarla”. Questi farmaci inibiscono l’ovulazione e la mestruazione e creano un clima con bassi livelli di estrogeni, che avrebbero altrimenti un’azione di stimolo sull’endometriosi.
Nel merito della contraccezione gratuita di cui si è parlato nei giorni scorsi però va chiarito che non esistono oggi evidenze che suggeriscano un effetto protettivo della pillola contraccettiva (generica, per intenderci) sulla malattia. I farmaci di cui si è parlato nel dibattito di AIFA non sono quindi necessariamente le terapie ormonali che rientrano nell’elenco di quei medicinali usati per il trattamento dell’endometriosi e che, pur riducendo la fertilità, non nascono come contraccettivo ma come cura per l’endometriosi.
Alcune “pillole” usate per l’endometriosi sono di fatto progestinici a basso dosaggio che non possono essere considerati come contraccettivi a tutto tondo e, anche se in parte riducono (proprio per la capacità di limitare l’attività ormonale) il rischio di gravidanza, non si tratta di farmaci autorizzati come contraccettivi.
Questa è una valutazione con la quale abbiamo fatto i conti anche per la petizione endometriosi. Inizialmente si era infatti pensato di estendere il codice 063 (codice di esenzione per endometriosi) ai codici che danno diritto alla contraccezione gratuita in Regione Emilia Romagna, dove tutte le donne e gli uomini di età inferiore a 26 anni, e persone in possesso di specifici codici di esenzione, possono ricevere gratuitamente il metodo contraccettivo e una consulenza da parte del medico o dell’ostetrica.
Purtroppo però dopo alcune valutazioni abbiamo compreso che tale contraccezione non include necessariamente i farmaci per il trattamento ormonale dell’endometriosi per le ragioni spiegate sopra, e che aggiungere il codice 063 agli elenchi delle regioni che prevedono la contraccezione gratuita (Emilia Romagna, Toscana, e Puglia) non porterebbe automaticamente un vantaggio per le pazienti. Nelle regioni che prevedono qualche forma di gratuità, infatti, per ottenere il contraccettivo basta recarsi nei consultori: sono poi le regioni ad acquistare il contraccettivo che viene distribuito nelle proprie strutture. Per ricevere gratuitamente il farmaco basta effettuare un colloquio informativo e visita specialistica nei consultori familiari/Spazio giovani/Spazio Giovani Adulti dell’Azienda Sanitaria Locale.
Dagli anni Settanta a oggi, la contraccezione gratuita e accessibile non è stata quindi garantita in Italia. Nel tempo ci sono state proteste, petizioni e dialoghi con le istituzioni per riuscire a ottenere l’applicazione della legge 194, senza successo. Va tenuto conto che di fronte a costi elevati di farmaci non rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale si riduce l’aderenza terapeutica e molte donne scelgono di non curarsi. Offrire cure economicamente sostenibili è quindi un tema etico. Vale per la contraccezione così come per la terapia ormonale.