Un bilancio a 30 anni dalla prima iniziativa internazionale per la sensibilizzazione su questa patologia. A che punto siamo in Italia? Ludovica Passeri, giornalista Sky, ne ha parlato con il Professore ordinario di Ginecologia dell’Università di Bologna, Renato Seracchioli; con Sara Beltrami, attivista e promotrice della Petizione Endometriosi, e con Valentina Pontello, “medica” e creatrice di “Endo Podcast” in questo capitolo del dossier su endometriosi e diritti.
Dopo Donna Moderna, e altri importante riviste, Su Sky Tg24 trovi un approfondimento sul tema endometriosi e diritti che racconta anche un po’ di cose sulla nostra petizione “Endometriosi: firma adesso!” e su questo blog, “Il Predicato Verbale”.
“L’attivazione dei nuovi LEA, i livelli essenziali di assistenza, ha dato una mano alle pazienti per quanto riguarda la copertura delle spese relative alla fase diagnostica, ma nessun aiuto per la terapia medica. Molte donne devono assumere farmaci per tanto tempo e con un grande sforzo economico: parliamo di una somma minima di 20 euro al mese (la cifra è variabile) moltiplicati per anni di cure”. Spiega il Prof. Renato Seracchioli, che parla anche della necessità di una strategia nazionale e racconta informazioni importanti sui percorsi di cura attivi in Emilia Romagna. “Oggi sono state sdoganate le terapie ormonali e sappiamo che per arrivare alla diagnosi sono fondamentali la diagnostica, l’anamnesi, l’ascolto della paziente, ma ci sono ancora libri che dicono che per valutare la gravità della malattia serva l’esame istologico”, detta in parole povere che si debba “passare sotto i ferri.
Sara Beltrami spiega poi la lotta sul campo per coinvolgere le istituzioni, da quelle locali a quelle nazionali, le ha fatto prendere coscienza dei difetti del sistema: “Mi sembrava che ogni volta il meccanismo si inceppasse. Per questo mi sono ispirata alla parabola della tampon tax che ha preso il via da una petizione popolare. Ho pensato: perché non farlo con l’endometriosi? A giudicare dalle adesioni che abbiamo avuto, la cittadinanza è più avanti della politica”. Quella di cui è promotrice un’iniziativa dal basso: con zero budget sono state raccolte più di 4mila firme in 2 mesi a favore di finanziamenti per coprire le spese delle terapie ormonali per il III e IV stadio della malattia, della promozione di campagne di sensibilizzazione e soprattutto dei percorsi diagnostico-terapeutici.
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